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Le aziende che non hanno o non desiderano depositare brevetti, software tutelati, modelli e disegni, possono tutelare le proprie conoscenze per creare un vantaggio competitivo.
Questo sapere, se gestito nel modo giusto, può essere valorizzato dando luogo ad un vero e proprio Asset Intangibile che può costituire un incremento del patrimonio a bilancio.
Per valorizzare le proprie conoscenze aziendali dev’essere effettuata una verifica di fattibilità per identificare e attestare l’esistenza di un sapere che può diventare Know How.
Vanno studiate ed elaborate policy operative e informatiche per la protezione del sapere ed infine dev’essere computata la valorizzazione economica, che con l’attestazione di un revisore legale, acquista piena valenza sul bilancio fiscale.
Il riconoscimento del patrimonio di conoscenze pratiche non brevettate passa attraverso un’analisi degli asset e delle risorse, una particolare forma di assessment.
In questa seconda fase si rendono necessarie l’attuazione di policies interne e l’istituzione di strumenti di protezione verso l’esterno. Vengono definiti nei dettagli i termini dei contratti e le clausole contrattuali (es. accordi di segretezza).
Per capitalizzare il Know How occorre che ci sia la ragionevole certezza della piena titolarità del diritto. Siamo abilitati a produrre la Certificazione dei costi evidenziati sulla base di quanto indicato nelle precedenti fasi. Infine assisistiamo nel monitoraggio dei dati.
Non tutto il sapere può essere considerato Know How, ed è altrettanto vero che spesso il perimetro tecnico del Know How che genera il vero vantaggio competitivo è più ampio di quanto si possa credere.
Le competenze necessarie a trattalo sono molteplici: ingegneristiche, legali, fiscali. Il team Open le contiene tutte.
La corretta identificazione e l’adozione degli strumenti idonei a garantire la protezione del sapere consentono di: